sabato 28 febbraio 2009

INTERVISTA A GIUSEPPE PETRILLI




Intervista a Giuseppe Petrilli e al suo blues
Raffaella Milione - Annalisa Cameli - 25.02.2009

È possibile riassumere l'arte di Giuseppe Petrilli nella descrizione che da di sé, quando afferma che "Dipingo e suono il Blues. Dipingo il "blues" come Kerouac scriveva il bebop... intendendo con questo termine uno stato d'animo, un insieme di sensazioni: ciò che mi muove, sia nella musica, che nella pittura è la passione, nient'altro".Un'artista che muove sapientemente i colori sulla tela, mescolandoli senza fare intrugli o accozzaglie, ma facendoli interagire con maestria, riuscendo a rendere in tutte le forme d'arte in cui si esibisce, dalle illustrazioni, alle tele fino ad arrivare a manifesti e murales. L'artista esporrà nella collettiva Porno start - ironia ed erotismo in rassegna a Milano, dal 26 febbraio al 12 marzo.Colore testo
Arte erotica come "passione" o come pura provocazione?
Sicuramente come passione, ma espressa in maniera irriverente col preciso intento di provocare. Come ogni passione o attrazione in qualche modo si subisce, è qualcosa di innato, inspiegabile.
Cosa considera così erotico da dover rappresentare nella sua arte?
Tutto ciò che sia capace di destare curiosità: l'essere costantemente curiosi credo sia una delle chiavi di volta dell'esistenza stessa. Il mistero di certe atmosfere, la donna ammiccante e allusiva che sembra volersi concedere, l'incertezza di "quello che sembra essere, ma che forse non è", sono tutte situazioni riconducibili all'immaginario erotico che cerco di ricreare nelle mie opere: penso aiutino a tenere elevata la tensione emotiva dello spettatore. Tutto questo mi affascina e mi diverte al tempo stesso. Il fascino del mondo femminile, della seduzione e della sensualità è, poi, qualcosa a cui è difficile sottrarsi: non credo di poter attribuire un significato recondito o un senso preciso alla presenza costante della donna nelle mie opere, se non giustificarla ricorrendo al concetto assoluto del Bello.
Arte erotica in chiave ironica: ma non si era detto (da qualche parte...) che l'erotismo è una cosa seria?
Penso l'esatto opposto. Credo che l'eros sia la sublimazione della gioia di vivere , un modo raffinato e razionale di intendere il sesso e le sue molteplici espressioni. In quanto tale, l'ironia e l' approccio ludico credo siano tra le migliori e più efficaci soluzioni tramite le quali rappresentare l'erotismo stesso.
Da quale corrente artistica prende ispirazione?
Cerco sempre di lasciarmi condizionare poco da quello che vedo, anche se oggi è difficile: spesso si subiscono influenze inconsciamente, a causa dei continui bombardamenti mediatici ai quali è diventato quasi impossibile sottrarsi. Credo sia fondamentale, per un artista, riuscire a far diventare la propria arte riconoscibile ed immediatamente identificabile, ma mi rendo conto che oggi è estremamente facile incorrere nel "déjà vu".
Ha mai incontrato particolari "censure"?
Forse una sola volta, quando un intenditore "serio"si è rifiutato di mettere in mostra le mie cose definendole da "night club", e questo mi ha fatto davvero sorridere. Devo dire, però, che nella maggior parte dei casi riscontro molta curiosità verso il mio lavoro e ho notato, con meraviglia, che si scandalizza meno gente di quel che immaginavo, questo è un segnale importante.
Un tempo quadri come quelli di Egon Schiele - per citare un esempio - erano addirittura causa di prigione perchè ritenuti al limite della pornografia. Crede che adesso sia cambiata la forma mentis dell'osservatore o che l'arte si sia "camaleontizzata" nei confronti dell'opinione pubblica?

Oggi lo spettatore è più disposto mentalmente a "metabolizzare" l'erotismo e a considerarlo come forma d'arte, anche se la maggiore abitudine al nudo e alla trasgressione (grazie al web e a tutto ciò che passa in tv) può determinare una crescente svalutazione concettuale del sesso e di tutte le sue manifestazioni. Partendo da questa consapevolezza sta all'artista riuscire a conferire all'erotismo un significato più alto, elevandolo ad opera d'arte, affrancandolo dall'idea di semplice oggetto di mercificazione.

Nessun commento: